venerdì 3 febbraio 2017

Progresso tecnologico = miglioramento della vita? Un' equazione inconfutabile

Definizioni del termine Progresso : (rif. encicl. Treccani)
a) "avanzare, andare avanti" (genericamente)
b) "l'avvicinamento verso il compimento di un'opera"
c) "sviluppo verso forme di vita più elevate e complesse"
d) "evoluzione delle scienze al fine di procurare all'umanità il miglioramento generale del tenore di vita."
In pratica il termine ha in sè una assoluta valenza positiva.
Sarei, in linea di principio, d'accordo con quasi tutte le definizioni cui sopra ad eccezione di quella espressa al punto d poichè non considero il nesso progresso=miglioramento del tenore di vita come valido a livello pratico.

(N.d.r. Prima di continuare vorrei far notare che questo termine, sempre nelle definizioni enciclopediche, è stato inappropriatamente accostato anche a parole quali "etica" o "morale".  Infatti, mi chiedo, cos'è che determina il progresso della morale? chi può dire che una morale è "più avanzata" di un'altra? la morale, appunto perchè estremamente personale (anche a livello di enormi comunità), non è misurabile: se ne può solo constatare gli attributi che ne determinano la diversità dalla propria. 
Ma lasciamo a futuri post queste perplessità e concentriamo l'attenzione sul punto d. 

  Per una stragrande maggioranza degli intellettuali passati e viventi è valsa la seguente equazione logica : 
il progresso è l'unica strada percorribile per dare un miglior tenore di vita a un maggior numero di persone e quindi aumentare la felicità dell'umanità 
(progresso scientifico = miglior qualità della vita = felicità per più persone). 
  E se questa teoria fosse sbagliata? Vediamo di chiarirci le idee parlando di : 


"progresso sociale" come miglioramento della qualità di vita.

  
  Anche ammesso che l'ideologia capital-liberista possa essere (attualmente) la migliore sulla faccia della terra, siamo davvero sicuri che il popolo, ovvero la maggioranza dei cittadini, possa definirsi soddisfatta dal proprio tenore di vita?
  Probabilmente ad una domanda così semplice la maggioranza di essi risponderà positivamente, ma a domande mirate quali "..si ritiene stanco/stressato?" oppure "..si sente pienamente appagato dalla vita che conduce?" o ancora "ha delle paure che la opprimono?" si può facilmente immaginare che le risposte indichino l'esatto opposto di quanto dichiarato nella precedente domanda.
  Con questo, senza venir frainteso, non voglio dire che ".. si stava meglio quando si stava peggio.." , è un dato di fatto che oggi un cittadino di ceto medio ha molte più cose di quanto poteva anche solo sperare di avere un nobiluomo dei secoli passati, ma passando a considerare la situazione psicologica dell'individuo moderno è altrettanto vero che in lui esistono emozioni di frustrazione, invidia, insoddisfazione ed altre paure inconsce, portate ad un livello mai raggiunto nei secoli precedenti (tranne forse in brevi periodi di guerre, carestie o pandemie gravi). 
E non si creda che quest' angoscia colpisca solo l'abitante medio dei paesi sviluppati (e ancor di più quelli del 3° mondo, siano essi in "forte crescita economica" o meno).
Il malessere non manca di perseguitare anche i residenti del vertice della piramide: industriali, banchieri, petrolieri, etc; sono anch'essi vittima di una sorta di infelicità intrinseca. L'esasperato bisogno di arrivare ad un obbiettivo permane in loro anche dopo averlo raggiunto, perchè la fame di soldi e potere è insaziabile e li rode nel profondo spronandoli a perseverare per raggiungere nuove vette. L'avidità non fa bene a chi la c'e l'ha, ed ai vertici, sono certo, esiste a livelli epidemici. 
   Non solo, l'effimera felicità del potere raggiunto porta con sè la grande paura di perderlo, quindi, anche chi manca di avidità, non può fare a meno di vivere in uno stato di continua apprensione ed angoscia. Questo, chiaramente, non gli permette di vivere appieno le magnificenze di cui può godere. E qui il cerchio si chiude. 
  E' innegabile che molte di queste emozioni sono il risultato dell' attuale società liberal-capitalista fondata sul consumismo sfrenato. 
  Ma ogni "progresso sociale" degli ultimi due secoli  (esperimento marxista a parte) è improntato su di esso.
Guardiamo ora il rapporto esistente tra :


"progresso scientifico-tecnologico" e "benessere diffuso"

   Iniziamo col dire che tutti i progressi tecnologici e scientifici dalla rivoluzione industriale ad oggi hanno anch'essi, sempre, seguito un percorso dettato (se non imposto) da motivazioni economiche-sociali (unica eccezione, nei periodi di guerra, la tecnologia bellica e, solo parzialmente, quella medica).
  Dagli inizi dell' '800 in poi il progresso ha sempre risposto alla seguente formula:
+ produzione in - tempo = + quantità di prodotti per soddisfare la richiesta della gente
  Ma in questa formula non è "la soddisfazione della gente" l'elemento fondamentale bensì un'altro più nascosto : "il guadagno
Per ottenere la prima parte della formula (+ produzione in - tempo) si è, col tempo, passati : 
a) dalla produzione artigianale a quella industriale (il più delle volte a scapito della qualità)
b) allo sfruttamento delle masse (ad un livello quasi comparabile agli schiavi neri d'america)
c) all'impiego di sempre maggiori strumenti meccanici (manovrati ancora dallo stesso 
    numero di salariati) 
d) al sistema di catena di montaggio (operai equiparati, per non dire assoggettati, alla 
    macchina con cui lavoravano)
e) alla parziale, ma in alcuni casi totale, automatizzazione (ove la tecnologia inizia a 
    sostituire lo stipendiato) ed infine 
f) alla globalizzazione del mercato o "web-commerce" (sia per l'acquisto che per la 
   produzione ad un minor costo) riunendo così tutti i punti a-b-c-d-e in un sol colpo.
  Che poi significa una sempre maggior redditività a favore della società al vertice, quasi mai coincidente con un miglioramento di qualità di vita per il resto degli abitanti di questo pianeta. 
  





Questo vale per ogni attività e per ogni prodotto: cibo, abbigliamento, trasporto, salute e benessere, comunicazione e svago, la dottrina e perfino la famiglia, tutto ormai è influenzato, assoggettato e, direi, impregnato di quell'essenza liberal-capitalista che, attraverso la sua "anima consumistica" impone il nostro stile di "modus vivendi". 

  Sì è vero, si mangia più cibo rispetto ai millenni precedenti, ma quanto di questo cibo è effettivamente buono? (intendendo con buono, sia il sapore/gusto che la sostanza/genuinità che, di questi tempi, lascia sempre più a desiderare) 
  Le medicine sono sempre più efficaci, ma sono tutte sotto Copyright del laboratorio farmaceutico, dunque si riducono anch'esse ad un semplice business.
  I giocatori di football, baseball, basket etc; non provengono (e soprattutto non amano) più la squadra di appartenenza, ma solo l'ingaggio loro corrisposto dalla stessa.
  I vestiti che indossiamo, gli oggetti che usiamo quotidianamente, i giocattoli che compriamo per i nostri pargoli, i cellulari ed i computer dei quali non possiamo più fare a meno sono sempre più belli o efficienti, ma per poterceli vendere a prezzi competitivi, dietro la produzione degli stessi, si nasconde sovente del lavoro minorile o comunque di completo sfruttamento di lavoratori all'estero.

  Quindi, quando si parla di "miglioramento della qualità della vita" bisognerebbe anche specificare "per chi".


Alla fine il progresso tecnologico può veramente essere equiparato al benessere generale (vista la sua forte componente capitalistica)? O, al contrario, potrebbe essere (suo malgrado) l'elemento fondamentale che porta all'annichilimento completo delle componenti umanistiche nei rapporti tra cittadini? 
Quanta parte della nostra vita dovremo ancora cedere per lasciare posto alle innovazioni tecnologiche?
PC e cellulari, con i relativi Facebook, What's up, Twitter, Reddit, Linkedin, e tanti altri social network sono simpatici, a volte anche utili ma non sono necessari e, soprattutto ci "rubano" tanto tempo che potremmo utilizzare in maniera più stimolante o distensiva (comunque più sana) incontrando nuova gente nella realtà e re-imparando a godere delle meraviglie che ci circondano anzichè delle foto postate da altre persone.

Secondo voi, la automazione esasperata dei cicli produttivi, finanziari, commerciali etc; verrà usata per alzare il livello di vita del cittadino ?
Meno ore di lavoro a parità di stipendio, redditi più equamente distribuiti (quindi un profitto esteso e non più solo esclusivo per i componenti dirigenziali) ed equiparati al costo della vita, sussistenza economica a chi non riesce ad accedere al mondo del lavoro o a chi ne viene addirittura espulso (magari proprio a causa della sopravvenuta automazione / digitalizzazione nell'impresa) potrebbero, anzi dovrebbero, essere cose già in essere, eppure....

  Di una cosa credo di poter essere certo : Se al progresso scientifico-tecnologico non seguirà (ed in fretta) uno adattamento etico altrettanto efficace, di miglioramenti nella qualità della vita non se ne avrà traccia ancora per qualche secolo.    

Voster Semper Voster
The Captain